Con questo pezzo vogliamo rendere omaggio ad uno dei personaggi più incredibili, affascinanti, esplosivi e fuori dal comune che abbiano mai calcato un palcoscenico musicale in Italia (e non solo).
Non lo vogliamo fare raccontando la sua storia, disquisendo su aspetti biografici o musicali, tutto questo ormai è più che noto a tutti o, se non lo fosse, esistono migliaia di articoli e siti che lo hanno già fatto, basta chiedere aiuto a Google.
Non vogliamo citare i suoi record, i suoi numeri da capogiro, i suoi smisurati successi.
Noi vorremmo andare oltre ciò che già si sa e che già si è detto.
Perché ormai Salmo è sulla bocca di tutti.
Tutti fanno a gara per accaparrarselo (anche se pochi ci riescono), tutti i giornali lo hanno piazzato in prima pagina o gli hanno dedicato un reportage/intervista.
Tutti, ma proprio tutti, ora, sanno chi è Maurizio Pisciottu, in arte Salmo.
Prima lo conoscevano ugualmente tantissime persone, ma non tante quante ora. Fino a qualche anno fa era più un fenomeno di nicchia, ora è un fenomeno di massa seppur rimanendo nella sua, di nicchia.
In ogni caso è sempre stato un fenomeno, assoluto.
Il suo talento disumano è oggi notorio, ampiamente riconosciuto e, a prescindere dai gusti musicali sui quali non si può certo discutere, oggettivo.
Anche in questo caso, parlarne appare superfluo, banale, ovvio.
Che senso avrebbe? Che senso avrebbe argomentare sulla qualità dei suoi brani e delle sue produzioni, sul suo impatto innovativo, su come sia la cosa più "rock" in senso lato mai successa in Italia, su come oggi tutti cerchino di imitarlo e di ispirarsi ai suoi suoni ed alla sua figura in generale?
Il messaggio che vogliamo lanciare noi non riguarda questi aspetti, per quanto affascinanti e per quanto meritori probabilmente di un libro e non di un articolo.
Vogliamo spostare il focus su un altro punto: la fortuna.
E non certo quella di Salmo, ma la nostra.
La fortuna che abbiamo noi, interessati a ciò che accade nel mondo musicale, a vivere in questi anni in cui è esploso il fenomeno Salmo.
A poter assistere di persona a tutto questo.
E qui arriviamo al punto: Salmo è un unicum mondiale, non c'è mai stato qualcosa che assomigli a Salmo e mai ci potrà essere in futuro.
E, ribadiamo, non è il talento e la bellezza dei brani o delle composizioni (per quanto enormi), non è la sua voce e la sua immagine a renderlo tale.
Non si parla di musica in questo articolo.
E' tutto l'insieme del suo percorso che lo rende più unico che raro, soprattutto in quanto italiano (e sardo).
Arrivare dov'è arrivato Salmo e pensare da dov'è partito, fa venire la pelle d'oca per davvero.
Un test(s)ardo spocchioso che, però, a suo modo con umiltà e sgobbando come pochi, si è ostinato a seguire il suo percorso che, ora, tutti vorrebbero replicare, invano.
Insistiamo sul punto: nessuno potrà mai riuscire ad ottenere quello che ha ottenuto Salmo.
Nessuno!
Salmo non è mai andato in TV, se non ultimamente, quasi a disagio, in pochissime occasioni per via del suo successo impetuoso.
Salmo non è mai andato in radio, se non sporadicamente in rubriche specializzate di radio non generaliste (o meno generaliste di quelle poche che dominano gli ascolti).
Salmo non ha, men che meno, partecipato a nessun talent né come partecipante né come giudice.
Salmo non ha mai partecipato a Sanremo o altre realtà simili.
Stiamo riassumendo ma l'elenco potrebbe diventare molto lungo.
Sono queste condizioni irrinunciabili ormai per arrivare al grande, ma anche al piccolo, pubblico.
Se ci pensate, non esiste artista, eccetto Salmo, che non abbia percorso almeno una di queste strade, se non addirittura tutte contemporaneamente pur di raschiare anche solo qualche piccola fetta di mercato.
E se ne percorri una solo, quasi sempre questo coincide con una perdita, di entità variabile, della propria essenza.
Tutti hanno rinunciato a qualcosa, tutti hanno fatto passi indietro, tutti hanno cantato canzoni non loro (non nel senso di scrittura ma di sentirsele proprie), tutti hanno duettato con personaggi improbabili, tutti hanno snaturato se stessi, pur di arrivare ad un frammento anche infinitesimale di notorietà.
Soprattutto negli ultimi decenni dove emergere nella musica è sempre più difficile per via dell'eccesso spropositato di offerta (ma di questo ne parleremo in un altro articolo).
Tutti, tranne Salmo.
Salmo ha raggiunto il successo in un modo in cui nessuno prima d'ora era mai riuscito a fare.
Lo ha fatto giorno dopo giorno, anno dopo anno, partendo da zero.
Solo chi conosce l'aridità di opportunità della Sardegna, può provare a capirlo.
E non è questione di gavetta.
Perché la gavetta, a dire il vero, l'hanno fatta quasi tutti, chi più chi meno, e a tutti gliene va dato atto.
La differenza è che, ad un certo punto, per alcuni la gavetta si è potuta trasformare in qualcosa di più grande, un lavoro, il successo, una garanzia di costante presenza sul mercato, ma ad una condizione: smettere almeno un po' di essere se stessi, quando non del tutto.
E non si vuole apparire moralisti in tal senso, sia ben chiaro: molti lo hanno fatto perché davvero non avevano altra scelta se non quella di vivere di stenti.
E' una scelta più o meno condivisibile, ma per lo meno comprensibile sotto alcuni aspetti.
Quando devi mangiare, quando hai figli e incassi una miseria senza sicurezze, quando non hai la certezza dell'oggi, ovvero quando fai il musicista in gavetta, diventa davvero difficile riuscire a dire di no ad una proposta che mette sul tavolo soldi e chance di riscatto, e la maggior parte delle volte queste proposte vengono accettate.
Non nel caso di Salmo.
Sarebbe sbagliato (oltre che banale) dire: si è fatto da solo.
Non è questo l'intento ed è meglio chiarirlo per evitare di cadere nel più facile dei fraintendimenti.
Nessuno si è fatto da solo, neanche Salmo.
Ma!
Quando tu sfanculi letteralmente qualsiasi persona si metta davanti a te per importi di essere non tanto qualcun altro, ma come minimo qualcosa di diverso.
Quando rischi la fame e l'indigenza pur di avere ragione.
Quando ti ostini in ciò che fai fino a mettere in ballo la tua stessa vita, fino ad essere (quasi) da solo.
Beh allora, diventi il numero uno.
Punto.
E, anche se può sembrare contraddittorio, anche questa è umiltà.
Intestardirsi ad essere se stessi significa essere umili.
E' rispetto, verso te e verso gli altri.
Ora è "facile" apprezzare Salmo, fa quasi figo.
Ma in pochi riescono a percepire la grandezza di Salmo e del suo percorso.
Ripetiamo fino alla nausea: non focalizzatevi sulla sua musica, sui suoi brani.
Andate oltre questo, per quanto bello e seducente.
Chi scrive è cresciuto ascoltando le icone degli anni '60, '70 e '80 e quindi conscio dei paragoni da poter fare. Ma a nostro avviso Salmo può essere paragonato, per la sua non ripetibilità, ad artisti che fa paura solo nominarli. Pink Floyd, Led Zeppeling, The Police.
Non sono paragoni inerenti gli aspetti strettamente musicali, che forse possono apparire esagerati, sono dei paragoni, pesati e ragionati, sul valore del percorso fatto e sull'irripetibilità di quanto realizzato.
Da questo punto di vista Salmo è davvero il non plus ultra della musica italiana di sempre.
Anche chi è "migliore" di lui (trattandosi di musica non c'è mai un migliore) non potrà dire di essere arrivato dov'è arrivato come ci è arrivato lui.
In questo riesce davvero a rappresentare ed unire tutti quelli che, a prescindere dalla musica e dai generi, credono nel suo modo di essere, anche se quasi sempre non riescono a concretizzarlo appieno.
Chi sta assistendo all'apice di questo percorso di Salmo, non sta assistendo ad una storia di successo qualsiasi, come ce ne sono (relativamente poche ma) tante altre.
Sta assistendo ad un avvenimento storico.
Ad un qualcosa che verrà ricordata per sempre.
Si sta assistendo alla musica ai tempi di Salmo.
C'è stato un pre-Salmo e ci sarà un post-Salmo.
Ma al centro rimarrà lui.
Questo pezzo viene pubblicato in un sito/blog nato per parlare apparentemente d'altro. Politica, economia, cultura e società.
Con in testa la Sardegna in prospettiva, in Italia e nel mondo.
Ebbene, noi invece pensiamo che Salmo, così come le cose che accadono in questo modo e solo una volta, sia perfettamente a tema.
Ora ciò che è fatto è fatto e nessuno potrà mai cancellarlo, la nostra unica speranza, che come tutte le speranze è mista a paura (giustificata), è che Salmo continui a mantenersi su questi livelli di costanza e saldezza psicologica, continuando a non darsi mai torto, senza far terminare l'armonia con la sua natura.
Prenditi tutte le ragioni del mondo, ce le hai.
Ci vediamo a San Siro, Maurì!
Dove nessuno, come te, era mai arrivato.
Comments