Negli ultimi mesi, e soprattutto in queste settimane di quarantena, mi sono avvicinato alle letture di Gramsci, al suo pensiero derivante dalle lettere e dai quaderni dal carcere, soprattutto questi ultimi. Gramsci è, come quasi tutti i grandi pensatori, spesso mal interpretato, sfruttato disonestamente per fini propagandistici, affiancato forzosamente a questa piuttosto che a quest'altra ideologia di convenienza del momento. È un esercizio molto frequente, questo, da parte della classe intellettuale italiana. Sbandierare finti teorici di finti pensieri propri, per far presa sulla massa popolare più distratta ed ingenua, o che semplicemente non conosce né ha mai letto il pensiero tirato in ballo e non ha nessuna intenzione di farlo in futuro perché pigra intellettualmente, e che si fida passivamente della propaganda propinatagli. Citazioni quasi a caso di grandi personaggi storici per ingannare il proprio pubblico, senza aver veramente letto e capito in profondo il suo pensiero, creando un gigantesco quanto pernicioso malinteso che, purtroppo, si diffonde molto velocemente fra le persone. Nel caso di Gramsci questo è successo e succede con la sinistra radicale italiana, che ha da sempre poco o nulla da dire e che non ha mai avuto veri argomenti di spessore, ma non mancano esempi di tutto rispetto anche nell'altra raccapricciante sponda politica.
La cosa bellissima di tutto ciò è che, paradossalmente, il biasimo che ha prodotto Gramsci è anche diretto proprio a questo tipo di atteggiamenti e, quindi, tali personaggi utilizzano Gramsci non capendo, o facendo finta di non capire e quindi gravemente in mala fede, che essi stessi sono i destinatari dei suoi giudizi sfavorevoli.
Gramsci, evidentemente, non era perfetto. Anche lui ha commesso tanti errori di valutazione e le sue elaborazioni di pensiero non sono esenti da contraddizioni e sconfitte storiche. In tutto questo, cosa che in pochissimi fanno, occorre però contestualizzare storicamente il pensiero di Gramsci sia in un contesto macro (nazionale, europeo ed internazionale) che micro (le sue malcapitate circostanze personali).
Ma è altrettanto vero che, sotto tantissimi altri aspetti, Gramsci, viceversa, appare oggi incredibilmente attuale e pionieristico, avendo colto con eccezionale perspicacia e sottigliezza, molti aspetti della società di allora che, come spesso accade nella storia umana, riviviamo oggi a quasi un secolo di distanza. E' davvero sbalorditivo cogliere la finezza della mente di Gramsci oggi, e riconoscere tante angolazioni della vita di allora ripetute in questi anni.
Gramsci è stato un vero genio in tal senso, nel capire prima e meglio di ogni altro l'importanza cruciale della classe intellettuale di ogni società. Di quanto essa, attraverso i suoi esponenti, sia determinante nel forgiare il pensiero comune diffuso fra la cittadinanza. Classe intellettuale dalle più svariate forme: politici, università, giornalisti, filosofi, letterati, artisti e tante altre figure. Quanto sia importante il loro ruolo nell'educazione delle classi culturalmente "inferiori", nella creazione di uno spirito critico comune, nel favorire ed incentivare la formazione di pensieri ragionevoli e logici da parte di più persone possibili.
Gramsci aveva intuito tutto questo e aveva percepito con estro irripetibile come, il fallimento di questo ruolo, possa provocare disastri per l'intera società di ogni ordine sociale ed economico. Il fallimento della classe intellettuale di allora, in sostanza, aveva portato a creare un terreno collettivo fertile per la creazione negli anni di quello che sarebbe poi diventato il fascismo, in tutte le sue forme più o meno palesi (meno prima, più poi).
Ed è stupefacente per me, riconoscere in tutto questo quello che vedo oggi con i miei occhi e che quindi posso analizzare senza filtri di racconto storico, ma nella mia quotidianità della vita personale, familiare, sociale e lavorativa.
Per tutti questi motivi, ritengo Gramsci essere stato il più grande pensatore sicuramente sardo, e fra i più importanti della sua epoca.
Nel mio piccolo, omaggerò la sua mente straordinaria con delle pillole che a mio personalissimo avviso rappresentano meglio il suo pensiero e soprattutto che meglio di altre ne favoriscono l'applicazione ai giorni nostri, nel periodo che stiamo vivendo di trionfo dei populismi di ogni genere e dell'incapacità media delle persone di effettuare analisi critiche solide e razionali sui fatti odierni.
Le ho chiamate Pillole di Gramsci e verranno pubblicate come immagini sui social, qui e altrove, una ogni qualche giorno.
Seguiteci sui social se siete interessati.
PS: nel 1928, durante il cosiddetto processone contro Gramsci, il Pubblico Ministero Michele Isgrò afferma: "Per vent'anni dobbiamo impedire a questo cervello di funzionare".
Ebbene sig. Isgrò, direi che il suo misero obiettivo è miseramente fallito.
Comments