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Riflessioni natalizie senza spirito natalizio (negozietto vs GDO)

Il Natale è appena passato, ma lo spirito natalizio no. Quello rimane nel cuore della gente, resiste amorevolmente nelle famiglie almeno fino all'epifania e regala momenti magici come nessun altro periodo dell'anno sa fare. Vero?

Mmh.

Spicciolo sarcasmo a parte, i giorni natalizi si contraddistinguono per un'elevata intensità di shopping legato ai regali, per sé e/o per gli altri, o comunque ad un potere d'acquisto mediamente più elevato grazie alle amatissime tredicesime mensilità di chi lavora non in modo autonomo, che arrivano a dicembre attese come uno degli eventi a ben vedere più piacevoli dell'anno.

Questo porta un flusso di gente enorme nei negozi ed un picco di vendite e di fatturati in gran parte delle attività commerciali che difficilmente potrà essere replicato in altri periodi.

Proprio da questo fenomeno parte la nostra riflessione natalizia.


Osservando, infatti, il via vai di persone con buste in mano sia da spettatori che, lo ammettiamo, da consumatori anch'essi impegnati nello shopping natalizio, e girando per i negozi, il nostro pensiero è andato ai lavoratori di questo settore.

Quello del commercio, in un territorio arido di attività produttive come quello sardo, la fa da padrona sia in termini di n. di imprese attive (26,4%) che di valore aggiunto (27,1%) e conseguentemente anche gran parte degli occupati in Sardegna appartiene al settore amato/odiato del commercio (quasi al pari dei dipendenti pubblici).


E nel settore del commercio, si sa, c'è una guerra in atto già da tanti anni fra il piccolo negozietto e la GDO, ed il sentimento comune presente anche in Sardegna propende a difendere i primi a discapito della seconda.

Sentimento comune che, spesso e volentieri, si traduce in azione politica a difesa di quella piuttosto che di quell'altra categoria di commercianti locali che, privi di altri argomenti, preferiscono farsi proteggere dalla politica anziché affrontare i propri limiti e le cause che rendono difficoltoso il loro riuscire a rimanere sul mercato.


Dicevamo, il nostro pensiero è andato ai lavoratori.

Si sa, in questi periodi di elevati fatturati, aumenta anche l'intensità del lavoro nel settore commercio. I ritmi sono più serrati, l'affluenza rende i negozi più disordinati e quindi più bisognosi di attività di ripristino degli scaffali per garantire una sempre efficace esposizione dei prodotti, i clienti sono sempre più esigenti e spesso poco rispettosi ma hanno sempre ragione, l'arrivo di nuova merce è più frequente e con essa tutte le attività che ne conseguono, e così via dicendo.

Ed ad osservarli, tali lavoratori impegnati in queste attività ed in questo periodo dell'anno, viene quasi da provare "tenerezza", in senso buono ed affettivo.

Spesso hanno volti stravolti, occhi scavati dalla stanchezza, trasmettono senso di fatica.

Salvo eccezioni, sempre e comunque.


E allora ci siamo posti questa domanda: ma i lavoratori del piccolo negozietto e delle attività commerciali locali in genere può dire di stare meglio rispetto ai lavoratori della GDO?

Perché, sia chiaro, tutte le caratteristiche prima elencate esemplificativamente esistono in qualsiasi tipo di attività commerciale, a prescindere da dimensione e luogo, GDO compresa, ma con sfaccettature diverse, a volte molto diverse.

E pertanto ci si aspetta che gli stessi sentimenti di stanchezza e frustrazione, sempre eccezioni permettendo, ci siano anche nella GDO.

Ancor di più in un settore sempre molto aspramente criticato come la GDO, che minaccia le nostre tradizioni locali, sfruttando, come tutte le multinazionali, risorse umane, naturali e finanziarie, a danno dei più deboli solo per ottenere lo sporco profitto, spesso finanziate da complotti giudaico-massonici che mirano a far soccombere l'umanità sotto l'egida dei soldi, maledetti soldi (sì, siamo sarcastici, ovviamente!).

Seguendo questo filone ci si aspetterebbero lavoratori ammassati e sfruttati dalla GDO, sottopagati, spolpati della loro dignità e desiderosi di scappare quanto prima, rifugiandosi magari nell'amore protettivo del negozietto.


E' davvero così?

Sì, ma al contrario.


Purtroppo anche in questo caso, il sentimento comune e la risposta populista della politica si basano su falsità e giganteschi errori di valutazione.

Più che errori, si tratta proprio di visioni diametralmente opposte rispetto alla realtà.


Infatti nel caso trattato avviene l'esatto opposto: si assiste a lavoratori della GDO, per quanto comunque affrontino un lavoro duro che mette a dura prova fisico e psiche di chiunque, più sereni.

Ma non poco. Palesemente più sereni.

Infatti i lavoratori della terribile GDO, sono mediamente più tutelati rispetto a quelli del commercio tradizionale dei piccoli negozi, hanno i loro diritti più garantiti (malattie, permessi, riposi, turnazioni, ferie, maternità, ecc.), stipendi più equilibrati e maggiormente proporzionati alle ore di lavoro realmente effettuate, condizioni di sicurezza sul lavoro maggiormente garantite. Tanti benefit (premi produzione, gadget, scontistiche, ecc.) e vantaggi che molti colleghi del piccolo commercio si possono solo sognare.

E ne sono assolutamente consapevoli anche loro stessi.

Ed ora immagino molti lettori pronti ad argomentare con le tanto amate eccezioni.

"Mio cugino lavora nella GDO ed è sfruttato!"

Ebbene, mediamente non è così.

Il lavoratore medio della GDO gode di un benessere lavorativo nettamente superiore a quello dei suoi colleghi di pari settore.


Tutto questo per dire che, al di là dei luoghi comuni e di quello che sentiamo dire in giro fra persone e politica, non ci dovrebbe essere nessuna guerra nei confronti della GDO che, anzi, crea opportunità di vita migliori rispetto a quelle senza di essa.

La GDO garantisce un lavoro di maggiore qualità, un servizio nettamente migliore, efficienza e maggiore rispetto delle regole, senza contare che nella GDO non esiste, in alcuni casi proprio tecnicamente non può esistere, evasione fiscale (ma questo meriterebbe una riflessione separata).


Ancora una volta, insomma, avviene l'esatto opposto di quello che ci raccontano, creando finti nemici per nascondere il vero problema di fondo: l'inadeguatezza di buona parte della nostra classe imprenditoriale, che non è in grado di offrire prodotti e servizi adeguati alle esigenze dei consumatori i quali, inevitabilmente, scelgono altre strade grazie alla libertà di poter acquistare dove ritengono più opportuno, cosa che continuerà ad avvenire sempre e comunque, a prescindere dalle politiche di protezione che verranno messe in atto.


Il piccolo negozio da difendere non è il piccolo negozio di per sé come entità sacrale assoluta, ma dovrebbe essere il piccolo negozio efficiente, ricco di competenze, al passo con i tempi e con i gusti dei consumatori. Ma vi sveliamo un segreto: tale piccolo negozio non ha bisogno di alcuna protezione e sapete perché? Perché si protegge già molto bene da solo, facendo semplicemente quello che sa fare: operare in modo ottimale sul suo mercato specifico, di nicchia o non che sia.


Tutto questo ragionamento è stato incentrato sullo stato dei lavoratori medi del settore, ma lo si può estendere anche a qualità e provenienza dei prodotti. Nella GDO più che in altri settori del commercio sono ormai presenti in abbondanza e valorizzati prodotti locali. Grazie alla GDO tantissimi produttori locali riescono a stare sul mercato in perfetta salute, grazie ad una rete commerciale che senza la GDO non riuscirebbero ad ottenere e sfruttare.


Insomma, anche a Natale, ben venga l'efficienza e ben venga la GDO che fa star meglio tutti.


Buone feste!

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