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Pillole di Gramsci (4/n) - Sul folkore

Per Gramsci il folkore andrebbe studiato [...]

"come «concezione del mondo» di determinati strati della società, che non sono toccati dalle correnti moderne di pensiero. Concezione del mondo non solo non elaborata e sistemizzata, perché il popolo per definizione non può far ciò, ma molteplice, nel senso che è una giustapposizione meccanica di parecchie concezioni del mondo, se addirittura non è un museo di frammenti di tutte le concezioni del mondo e della vita che si sono succedute nella storia. Il folklore può essere capito solo come riflesso delle condizioni di vita del popolo, sebbene spesso esso si prolunghi anche quando le condizioni siano modificate in combinazioni bizzarre."


E sull'utilità che gli insegnanti abbiano la conoscenza del folklore nella loro formazione professionale, aggiunge:

"Lo Stato ha una sua concezione della vita e cerca di diffonderla: è un suo compito e un suo dovere. Questa diffusione non avviene su una tabula rasa; entra in concorrenza e si urta per es. col folkore e «deve» superarlo. Conoscere il folkore significa per l'insegnante conoscere conoscere quali altre concezioni lavorano alla formazione intellettuale e morale delle generazioni giovani. Solo così l'insegnamento sarà più efficace e più formativo della cultura delle grandi masse popolari e sparirà il distacco fra cultura moderna e cultura popolare o folkore."


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