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Buon anno, nonostante tutto

Il passaggio da un anno all'altro è sempre ricco di buoni auspici. Ci si augura che le cose possano solo che migliorare e, anzi, si dà quasi per scontato che ciò avverrà.

L'ottimismo è obbligatorio, salvo essere cacciati di catastrofismo, lamentosità e, immancabile in un paese dove la superstizione spesso conta più dei fatti concreti, portare sfiga.

Nonostante tutti questi rischi per i quali abbiamo le spalle ben larghe e scolpite nel tempo, non vogliamo cadere nella classica ipocrisia di fine/inizio anno (su tutte, quella relativa al pessimo discorso di fine anno di Mattarella) e vi faremo gli auguri a modo nostro, dicendo quello che ci siamo sempre imposti di dire: la verità.

Partiamo da una precisazione che riguarda il nostro neonato movimento e nello specifico dal suo nome in quanto, grazie a questo, possiamo riassumere meglio il messaggio di auguri.

'Sardegna in prospettiva', che è diverso dalla più classica dicitura 'prospettive di Sardegna'.

E' una differenza forse all'apparenza sottile ma che è per noi invece gigantesca, e ci teniamo in questo primo post dell'anno a spiegarla a tutti, molto brevemente.


Infatti, un conto è trattare le prospettive della Sardegna, un altro conto, ben diverso, è quello di guardare la Sardegna, nel suo complesso, in prospettiva.

Sono due modi completamente diversi di approccio alla realtà.

Le prospettive della Sardegna, per il nostro ragionamento, partono 1) dall'oggi e spesso si fossilizzano su esso e 2) da un singolo problema specifico. Esse vengono analizzate una per una ed in modo sconnesso.


Noi invece crediamo che ciò debba essere ribaltato per analizzare la Sardegna 1) del futuro e 2) nel suo complesso, partendo dall'assunto, più che mai fondato, che non esistono problemi a sé stanti ma che solo da una visione complessiva della nostra isola possiamo riuscire ad estrapolarne il miglior dibattito possibile, cosa che rimane la mission del movimento.


Prendere quindi la Sardegna, nel suo complesso, e guardarla in prospettiva, ovvero proiettandola da oggi a 50, 100 anni di distanza nel futuro.

Detta così sembra banale, eppure nessuno, salvo eccezioni, oggi lo fa.

Tanto meno la classe dirigente sarda, che sembra vivere in un altro pianeta rispetto alla realtà.


Già, perché a guardarla oggi, la Sardegna, c'è davvero poco di cui ben sperare.

E sforzarsi nella retorica del buonismo e delle pacche sulle spalle non porta da nessuna parte.

Una regione in totale declino, lento ed inesorabile.

Una regione in cui a volte sembra di stare non in Europa, non in occidente, non nel terzo millennio.

Una regione in cui, salvo eccezioni, non si dibatte sui temi importanti quali istruzione e impatti tecnologici, ed in cui in pochissimi colgono quali siano i veri temi da affrontare.

Una regione che si ostina ad intestardirsi sui soliti falsi miti, che non si interroga sulla sua vera (non) natura, che si illude di poter remare controvento, dove il vento porta verso il mondo, verso il mercato globale, verso le sfide energetiche e tecnologiche, e che resta inconsapevole spettatrice di tali sfide, senza voler nemmeno pensare di parteciparci, in quanto sottomessa all'autocelebrazione di poter appartenere ad un luogo immune da esse.

Tutte folli illusioni derivanti da una visione parziale (se non nulla) del mondo circostante.


Se noi basassimo il nostro dibattere sull'oggi, ovvero su tutto questo, ci sarebbe poco da brindare per il nuovo anno appena iniziato.

In quanto sarà un anno purtroppo in totale continuità rispetto al passato.


Noi invece continuiamo nella nostra missione e proviamo ad immaginare la Sardegna non del 2020, che sarà pessima al pari di quella del (2020 - 1), (2020 - 2), ... (2020 - n), dove potete decidere voi il numero n ma poco cambia, ma del 2070, 2080, ..., 2100.

E nel fare questo, la nostra speranza non può che ricadere sulle nuove, nuovissime generazioni.

Confidiamo in esse, non solo per questioni di fiducia, ma anche come scelta obbligata, in quanto non ci rimane che questo per poter sperare di progredire.


Nel frattempo, costi quel che costi, anche rimanere da soli a dire queste cose, anche se inascoltati o criticati, continueremo la nostra battaglia a favore della verità scientifica e delle soluzioni concretamente attuabili per migliorare la nostra isola.

La nostra isola in prospettiva.

Insomma, la nostra 'Sardegna in prospettiva'.


Auguri a tutti e buon anno, nonostante tutto.



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